La creazione di un linguaggio universale da sempre ha affascinato l’uomo. Dall’esperanto, passando per la matematica sino alla musica, in molti hanno provato ad unire persone appartenenti a culture differenti, che parlano lingue e di età differenti.
E in un mondo che conta un miliardo di disabili un simbolo universale che possa rappresentare la disabilità e che indichi luoghi e percorsi accessibili è non solo necessario, ma fondamentale.
Attualmente le istituzioni riconoscono come tale quello creato nel 1968 da Susanne Koefoed, una designer danese, che presentò un logo in cui l’accessibilità veniva rappresentata da una carrozzina stilizzata, successivamente modificato da Karl Montan, membro della commissione del Rehabilitation International per gli ausili tecnici, il quale aggiunse un cerchio a simboleggiare una testa, quindi la figura umana. Grazie anche al supporto delle Nazioni Unite, si diffuse in tutto il mondo con il nome di Wheelchair Symbol, fino a diventare il simbolo internazionale dell’accessibilità inserito tra gli standard rilasciati dall’ISO, universalmente riconosciuto e ormai entrato nell’immaginario collettivo.
Ma quel simbolo da un’idea di staticità, di immobilità, dunque di una persona malata in una società dinamica,sempre in movimento e soggetta a costanti cambiamenti, non facendo altro che acuire la percezione già di per se sbagliata che la società ha della disabilità.
Da qui, soprattutto ora che siamo entrati nel nuovo millennio, la necessità di portare il concetto di disabilità ad una visione nuova e più moderna e la cosa migliore è partire proprio da un cambio iconografico.
Quindi nel 2013, l’artista Sara Hendren di Cambridg, e Brian Glenney, professore di filosofia al Gordon College, decidono di unire le forze in merito a questa tematica e, coadiuvati dal designer Tim Ferguson-Sauder, danno vita al nuovo simbolo denominato “The Accessible Icon Project”.
Un nuovo simbolo universale per l’accessibilità in continuità con il precedente ma che, differentemente, mostra una persona dinamica, in movimento.
Quattro i punti di forza del nuovo simbolo:
I° – La testa è posta in avanti ad indicare il movimento della persona. È la persona che controlla la sua mobilità, una persona indipendente dunque.
II° – Il braccio è piegato all’indietro ad indicare il dinamismo di una persona nonostante sia sulla carrozzina.
III° – I tagli sulla ruota danno l’idea del movimento.
IV° – Rispetto al vecchio simbolo si vedono le gambe.
Inoltre il nuovo simbolo è progettato per integrarsi con il sistema ISO DOT 50, il sistema di icone più utilizzate al mondo.
Dal momento della sua nascita, grazie all’attenzione dell’organizzazione no-profit Triangle, ai sostenitori dell’iniziativa e ad alcuni sindaci, il nuovo simbolo ha avuto da subito un grande successo prendendo piede tra chi si occupa di diritti civili fino a giungere a New York e al Commissario dell’Ufficio del Sindaco per le persone con disabilità, Victor Calise.
Un successo che ha portato questo simbolo anche al MOMA di New York all’interno della mostra permanente “A collection of Idea”.
In Italia l’associazione “I DO – onlus” ha deciso di appoggiare “The Accessible Icon Project” e di inserire questo nuovo simbolo nel proprio logo.
Naturalmente non mancano i dubbi e le perplessità, riassunti in quattro domande specifiche che ricorrono maggiormente:
I° – Considerando che il wheelchair symbol è ormai riconosciuto universalmente, c’era veramente bisogno di un redesign?
II° – Non è meglio dedicarsi ad attività dirette di inclusione sociale piuttosto che cambiare il simbolo?
III° – Perché nel momento in cui si propone un nuovo standard internazionale si lascia intatto l’aspetto generico e la sineddoche della disabilità motoria che rappresenta tutti i tipi di disabilità?
IV° – Perché l’icona rappresenta solo le persone autosufficienti?
Domande legittime alle quali la stessa Sara ha cercato di rispondere sul proprio blog.
Ma l’attenzione di tutti è focalizzata solo ed esclusivamente sul design del logo mentre questo non è un semplice progetto di redesign. Esso vuole essere il tentativo di lanciare un messaggio positivo per continuare il processo di inclusione sociale e abbattimento delle barriere fisiche e mentali, favorendo il rispetto e la dignità delle persone disabili, e la nuova icona serve soprattutto ad attirare l’attenzione verso questa tematica.
Le istituzione degli U.S.A. riconoscono già questo nuovo simbolo, ora non resta che aspettare e vedere se anche gli altri paesi del mondo decideranno di adeguarsi a questa iniziativa e se e come la gente accoglierà questo nuovo simbolo.
Da questi Link puoi Scaricare la nuova Icona per la disabilità in formato JPG o SVG: ICONA Blu – ICONA Nera – ICONA SVG
Andrea Bes è nato a Giaveno, dove risiede tutt’ora, nel 1975. Affetto da SMA III (Atrofia Muscolare Spinale, di tipo III). Scrittore, dopo aver visto pubblicare alcuni suoi racconti in raccolte assieme ad altri autori, è da poco uscito il suo primo libro "La battaglia contro il nulla".
Gestore di una pagina e un gruppo Facebook da lui creati: Andrea Bes - Disabili a 360° e Invalidi in Movimento.
Collaboratore di giornali on-line sul tema della disabilità.
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